Piano colore per il centro storico di Castel San Giovanni

Quando la professionalità incontra un’Amministrazione attenta al territorio, può nascere un progetto di grande valore culturale.

E’ così che Gandini ha pensato al Piano del Colore del Comune di Castel San Giovanni, finalizzato alla tutela e conservazione del centro storico e dell’abitato circostante, nonché al ripristino del suo valore documentario e culturale.

Un’iniziativa di notevole importanza, che l’Amministrazione Comunale utilizza quale strumento operativo per monitorare le azioni sul costruito del territorio e fornire indicazioni relative al decoro urbano della città.

1 Gandini ha redatto il Piano del Colore con criteri primariamente scientifici, conducendo analisi preliminari e reperendo materiale documentario, anche attraverso ricerche d’archivio e indagini stratigrafiche, conducendo un censimento dei colori rigoroso e completo.

Spesso, nei restauri delle facciate storiche, l'unico documento disponibile sulle tonalità originarie era rappresentato da deboli tracce sopravvissute all’azione del tempo. Queste tinte sono state accuratamente rilevate e riprodotte fedelmente, perché nel loro insieme rappresentano la tavolozza dei colori della Città.

Dall’esito dei rilievi effettuati è risultato evidente inoltre come nei decenni si siano sovrapposte differenti tipologie di rivestimento. In particolare nel dopoguerra la mancanza di una disciplina in materia ha permesso che colori e materiali meno idonei fossero impiegati sopra i colori originali.

2 Successivamente sono state stese schede di rilevamento con tutti i dati raccolti, procedendo così alla definizione della tavolozza dei colori ammessi. Ognuno dei campioni di colore contenuti in essa è identificato da un codice che ne precisa la composizione e ne consente la riproducibilità, secondo le normative UNI/EDL8813, che prevedono la codifica delle tinte degli intonaci e dei serramenti delle facciate col sistema Munsell o equivalente.

La tradizione coloristica, opportunamente studiata, diventa così un modello su cui sviluppare in modo armonico le cromie del nuovo abitato, scegliendo tra le possibilità della tavolozza, il colore più consono a rivestire la facciata esterna dell’edificio. Il Piano, oltre a dare uniformità negli interventi, si propone di tener conto dei singoli supporti, salvaguardando il valore storico degli edifici e non trascurando la giusta protezione delle superfici.

3 Il Piano è stato inoltre corredato dalle norme di applicazione stabilite dall’Amministrazione per la riqualificazione del centro storico urbano attraverso l’uso appropriato delle tecnologie costruttive e l’eliminazione delle eventuali cause di degrado, come il graffitismo e il vandalismo grafico sui palazzi di interesse storico e artistico, che mettono a repentaglio la conservazione del patrimonio culturale.


Gandini ha proposto uno strumento nuovo, per la prima volta adottato dal Comune di Castel San Giovanni, che nasce in modo spontaneo da chi fisicamente abita la città e che viene redatto con la stessa cura con cui si pensa ai colori della propria casa.

Ha infatti pensato il Piano sulla base di tre motivazioni: trasmettere una testimonianza della storia della città, per la conoscenza e il godimento della ricchezza ambientale, dare la possibilità di fruire dei luoghi liberamente, senza vincoli o barriere architettoniche, ma anche e in primo luogo, dimostrare la propria affezione al territorio, prendendosene cura in prima persona.

E’ evidente che il progetto, così come il colore che ne è alla base, non vuole avere una finalità puramente estetica, bensì dare identità di luogo, evitare che si snaturi, raccontarne il carattere storico con la voce di chi lo ha abitato e conservarlo al meglio, per chi lo abiterà.

Cos’è il colore, se non il volto di chi lo indossa?

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